Cedolare secca, stop all’affitto a imprese e professionisti


La questione normativa

La cedolare secca, regime fiscale agevolato introdotto dal D.lgs. 23/2011, permette ai locatori persone fisiche di applicare una tassazione alternativa, con aliquota ridotta, sui redditi derivanti dagli affitti abitativi. Tuttavia, il recente chiarimento del Ministero dell’Economia, reso in risposta all’interrogazione del deputato Emiliano Fenu (M5S), ha escluso esplicitamente l’applicabilità di tale regime per immobili locati a soggetti che agiscono nell’esercizio di attività di impresa o professionali, indipendentemente dall’effettivo uso abitativo per dipendenti o collaboratori.


L’intervento del MEF e la linea dell’Agenzia delle Entrate

Il sottosegretario Federico Freni, nella risposta fornita alla Commissione Finanze della Camera, ha confermato la linea interpretativa restrittiva da tempo sostenuta dall’Agenzia delle Entrate (circolari n. 26/E del 2011 e n. 12/E del 2016), specificando che:

«Non rientrano nell’ambito applicativo del regime della cedolare secca i contratti stipulati con conduttori che agiscono nell’esercizio di attività di impresa o di lavoro autonomo, anche se l’immobile è destinato all’uso abitativo di dipendenti o collaboratori.»


Cassazione vs Agenzia delle Entrate: situazione controversa

Questa posizione del Ministero si pone apertamente in contrasto con la recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 12395 del 7 maggio 2024), che aveva invece ammesso la possibilità di applicare la cedolare secca anche ai contratti abitativi conclusi con soggetti imprenditoriali o professionisti.

Tuttavia, come sottolineato dal Ministero, tale pronuncia della Suprema Corte rimane per ora isolata. Nel frattempo, infatti, il contenzioso tributario sta producendo decisioni contrastanti presso diverse Corti di giustizia tributaria, alcune delle quali già allineate alla posizione restrittiva dell’Agenzia.


Quali conseguenze per proprietari e imprenditori?

Il chiarimento del MEF impone grande cautela ai proprietari di immobili nel valutare l’applicazione della cedolare secca. È opportuno monitorare l’evoluzione del quadro giurisprudenziale, evitando scelte fiscali rischiose e potenziali accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Per gli imprenditori, ciò potrebbe comportare una maggiore difficoltà nel reperire immobili per i propri dipendenti con un regime fiscale favorevole, spingendo potenzialmente a rinegoziare le condizioni contrattuali o a cercare soluzioni alternative.


Conclusioni

La situazione normativa e giurisprudenziale è ancora fluida. È essenziale che gli operatori del settore immobiliare, sviluppatori, investitori e agenti immobiliari rimangano aggiornati per evitare sorprese fiscali e pianificare al meglio le proprie attività.

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