Locazioni e Check-in da Remoto: Illegittimità e Prime Sanzioni a Roma

Con la circolare del 18 novembre 2024, il Capo della Polizia ha chiarito l’illegittimità dell’identificazione da remoto degli ospiti nelle strutture ricettive, confermando che tale pratica non rispetta i requisiti di sicurezza stabiliti dalla legge.

Questa interpretazione normativa ha portato alle prime sanzioni nella città di Roma, con multe per l’utilizzo delle keybox, ovvero le cassette di sicurezza che custodiscono le chiavi degli alloggi e permettono l’accesso senza interazione diretta tra ospite e gestore. Analizziamo il contenuto della circolare e le implicazioni pratiche per gli operatori del settore immobiliare e turistico.


1) Il Ministero dell’Interno dichiara illegittimo il check-in da remoto

La circolare inviata a tutte le Prefetture ribadisce che l’identificazione degli ospiti deve avvenire di persona, nel rispetto dell’articolo 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). In particolare, si evidenzia che:

  • L’uso di keybox o sistemi di apertura automatizzata aggira l’obbligo di identificazione personale degli ospiti e non garantisce la corrispondenza tra il documento fornito e la persona che effettivamente occupa l’alloggio.
  • La trasmissione telematica dei documenti d’identità, senza una verifica fisica, non soddisfa i requisiti previsti dalla normativa vigente.
  • I gestori delle strutture devono trasmettere i dati degli ospiti alla Questura entro sei ore dall’arrivo per soggiorni inferiori alle 24 ore ed entro 24 ore per soggiorni più lunghi.

La circolare estende l’obbligo di comunicazione dei dati anche alle piattaforme di HomeExchange, precisando che chi subentra in un immobile tramite scambio casa deve essere registrato presso la Questura con modalità fisica.

Secondo il Ministro del Turismo Santanchè, questa misura mira a migliorare la sicurezza pubblica in vista di grandi eventi come il Giubileo 2025, prevenendo il rischio che soggetti pericolosi possano eludere i controlli grazie all’accesso automatizzato.


2) Le prime multe a Roma: sanzioni per le keybox nei condomini

A seguito della circolare, sono scattate le prime sanzioni per l’utilizzo delle keybox nei condomini della Capitale. Secondo quanto dichiarato da Rossana De Angelis, presidente di ANACI Roma, il Comune ha stabilito una multa di 400 euro per ogni dispositivo installato e non rimosso nelle aree sottoposte a vincoli di qualità urbana o patrimonio UNESCO, se collocato su suolo pubblico o beni comuni.

L’ANACI consiglia agli amministratori di condominio di:

  • Diffidare formalmente i proprietari che utilizzano keybox, chiedendone la rimozione immediata.
  • Avviare azioni legali qualora la diffida non venga rispettata, pur evidenziando che i tempi della giustizia potrebbero non essere compatibili con le esigenze di sicurezza pubblica.
  • Segnalare direttamente la presenza delle keybox alle autorità competenti, inviando una comunicazione alla task force della Polizia Locale di Roma Capitale.

Di diversa opinione Rosario Calabrese, presidente nazionale UNAI, secondo cui le keybox collocate su facciate private non possono essere rimosse neppure dal Comune, in quanto i condomini possono disporre delle parti comuni nel rispetto dell’art. 1102 del Codice Civile.


3) Reazioni e impatto sugli operatori del settore

L’AIGAB (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi) ha accolto con favore i controlli sugli affitti abusivi, ma ha criticato l’interpretazione del Ministero, evidenziando che molti gestori professionali utilizzano software di riconoscimento biometrico e codici OTP per l’identificazione degli ospiti, analoghi a quelli impiegati nei servizi bancari e nel noleggio auto. Secondo l’AIGAB, l’imposizione del riconoscimento fisico esclusivamente per gli affitti brevi sarebbe una misura discriminatoria rispetto ad altre forme di ospitalità.

Per gli operatori immobiliari e i gestori di strutture ricettive, questa evoluzione normativa impone una revisione dei processi di accoglienza, eliminando le keybox e garantendo la registrazione fisica degli ospiti.


Conclusioni

La stretta normativa sul check-in da remoto rappresenta un importante cambiamento nel settore delle locazioni brevi e delle strutture ricettive. La necessità di identificare personalmente gli ospiti potrebbe complicare la gestione degli affitti brevi, soprattutto per gli investitori e sviluppatori che operano su larga scala.

Per evitare sanzioni e garantire la conformità normativa, gli operatori devono:

  • Eliminare le keybox e le modalità di check-in automatizzato.
  • Implementare sistemi di identificazione che rispettino le nuove disposizioni ministeriali.
  • Monitorare gli sviluppi normativi e adattare rapidamente le procedure aziendali.

L’evoluzione di questa normativa avrà un impatto significativo sulla gestione delle locazioni brevi in tutta Italia. Rimane da vedere se verranno introdotte deroghe per le tecnologie avanzate di riconoscimento, oppure se l’obbligo di identificazione fisica resterà invariato.


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