Una svolta nel mondo delle compravendite immobiliari? Ecco cosa potrebbe cambiare.

Presto potrebbe esserci una piccola rivoluzione nel settore immobiliare: se anche il Senato darà il via libera, non sarà più obbligatorio dichiarare quanto si è pagato al mediatore in sede di rogito. Un cambiamento che, se confermato, eliminerà uno dei momenti di maggior tensione tra venditori e acquirenti: la scoperta di quanto ciascuna parte ha pagato come commissione all’agente. Ma cosa significa tutto questo per il mercato?

Immagina di essere a un tavolo, pronto a firmare l’atto per vendere il tuo appartamento. Fino a oggi, è in quel preciso istante che scoprivi quanto ha pagato l’altra parte all’agente immobiliare, con il rischio di creare malumori e fraintendimenti. Con la nuova norma, invece, tutto ciò sarà evitato, lasciando maggiore libertà alle parti e, secondo le associazioni di categoria, tutelando la riservatezza. La fatturazione elettronica, assicurano, riduce già quasi a zero i rischi di evasione.

Ma vediamo più da vicino cosa prevede l’articolo 22 del “Collegato lavoro” (Ddl n. 1264, di iniziativa governativa), che è attualmente in discussione alla 10ª Commissione del Senato dopo l’approvazione della Camera. Il testo interviene su un punto preciso: la dichiarazione dei compensi per la mediazione. Se approvato, permetterà alle parti di omettere l’indicazione dell’ammontare pagato al mediatore, sostituendolo con il numero della fattura emessa, garantendo così che l’importo fatturato corrisponde a quello effettivamente versato.

L’attuale obbligo, introdotto nel 2006 con l’articolo 35, comma 22, del Dl n. 223, nasceva con lo scopo di contrastare l’evasione fiscale, ma da sempre è osteggiato dalla categoria degli agenti immobiliari. Gli agenti lamentano che questa trasparenza obbligatoria violi la “riservatezza della prestazione” e metta a rischio la “libera contrattazione” tra le parti. Gian Battista Baccarini, Presidente della FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), ha espresso chiaramente il suo auspicio: “Ci auguriamo che il Senato approvi presto questa modifica, che garantisce il rispetto della privacy e protegge la libera contrattazione tra cliente e agente immobiliare.”

Facciamo un esempio concreto: un acquirente e un venditore si trovano al tavolo del notaio. L’acquirente ha negoziato una provvigione ridotta con il mediatore grazie alla sua esperienza e alle relazioni professionali. Il venditore, invece, ha pagato una cifra più alta, fidandosi della proposta iniziale dell’agente. Quando entrambe le parti scoprono questi dettagli, potrebbero nascere tensioni o recriminazioni. Con la nuova norma, questo scenario sarà evitato, lasciando che ogni parte negozi autonomamente il compenso e lo mantenga privato.

L’attuale normativa, l’articolo 35 del Dl n. 223/2006, modificato successivamente dalla legge n. 296/2006, impone che le parti rendano una dichiarazione dettagliata, indicando: a) se hanno utilizzato un mediatore, fornendo i relativi dati; b) il codice fiscale o la partita IVA dell’agente; c) il numero di iscrizione al ruolo; e d) l’importo della provvigione e le modalità di pagamento. Questo sistema ha certamente rafforzato la trasparenza, ma secondo gli agenti ha limitato la libertà di trattativa e ha esposto le parti a situazioni di disagio.

Se il Senato approverà la modifica, si potrà tornare a una maggiore riservatezza, garantendo comunque la tracciabilità delle transazioni grazie alla fatturazione elettronica. Il cambiamento potrebbe rappresentare una ventata di freschezza per il settore immobiliare, tutelando sia gli agenti sia i loro clienti, e lasciando alla trattativa privata il compito di determinare il valore di ciascuna prestazione